DOPPIA IDENTITA’
- l’artista
- la persona
IL GIOCO DELLE PERLE DI VETRO
Da bambina mi piacevano molto le biglie di vetro: guardandole controluce ammiravo stupita i loro riflessi di colore.
Il dipingere per me è stato, e in qualche misura è rimasto, un gioco libero, come appunto è il gettare le perle di vetro: una similitudine del movimento spontaneo e lieve della creatività dell’occhio e della mano.
La metafora esistenziale e metafisica adombrata nel gioco delle perle è da sempre presente nel mio lavoro, dove un’ipotetica mano conduce la regia, tiene i fili che, in scena, muovono personaggi e maschere e guida le linee che, nei quadri astratti, indicano lontane prospettive.
Questa mano occulta è un archetipo, può avere molti nomi, per Hermann Hesse è
L’ultimo giocatore di perle
Il vecchio conta le sue perle tinte,
qui una bianca ne prende, là un’azzurra
ne sceglie una piccina e una grossa,
le dispone ad anello e fa il suo gioco
…
Geroglifici un dì molto eloquenti,
ora solo vetrucci colorati,
che dalle vecchie mani scivolando
silenziosi si perdon nella rena…
PRIMO
INSEGUIRE IL VENTO
Vanità tutto è vanità…
Tutto è un inseguire il vento…
Accorgersi di inseguire il vento
è sapienza antica
Seguire il Bene
è scelta sapiente…
F.B.
…non m’era più in cuore la ruota
delle stagioni e il gocciare
del tempo inesorabile.
E. Montale
Il vento soffia ora dal nord ora dal sud,
gira e rigira, va e ritorna di nuovo…
Qoelet
SECONDO
IL CIRCO E LE SUE METAMORFOSI
L’ispirazione dell’artista prende figura
in due ironici burattini costruiti
con perspex e vecchi telai di legno.
Lui è “Pablo”: l’occhio che non cerca ma trova.
Lei è “Turchina”, sul suo capo una doppia corona
allude alla fantasia e al sogno.
F.B.
Il circo, i cavalieri, gli unicorni,
i centauri ci dicono che il mondo
ha ancora bisogno degli incanti
e delle illusioni del mito e della fiaba.
F.B.
TERZO
DIETRO LE QUINTE
La Ragione Regina muove
sulla scacchiera grande
e su quella piccola.
L’Altra Donna prepara
dietro le quinte l’inevitabile scacco.
F.B.
Talvolta il buffone dal berretto a sonagli
fantastica di recitare in un altro teatro:
quello di Pulcinella!
F.B.
La struttura è pericolante.
Il teatro chiude.
La freccia bianca indica l’uscita.
F.B.
QUARTO
LINEA D’ORIZZONTE
Non conosciamo alcuna meta
siamo soltanto in cammino.
M. Heidegger
……..Quell’infinito tutt’intorno
e il crepuscolo che si prolunga
senza calare mai……..
Claudio Magris
Prima dell’inverno – la terra –
già immersa nell’oscurità
sembra voler inghiottire per
farne provvista, le ultime
tracce del sole al tramonto.
F.B.
…….mari senza rive mai solcati
da carena, sole che su quel
mare non muta e non tramonta,
cielo delle idee platoniche,
non degli Dèi di Omero.
Claudio Magris
QUINTO
QUI E ALTROVE
Arco sottile lucente che aspira a salire,
ombra che ruota, declina e non trova riposo,
lieve si affaccia di là dell’antico confine……..
Tu Fu
Onde di risacca……..
l’anima torna all’ozio ed alla pace.
F.B.
Quando si apriva il velario sul mondo…….
U. Saba
Malinconici pensieri come gabbiani inquieti
nella rete della memoria.
Grida roche di uccelli: via, via, lontano
da qui, altrove, altrove………
verso la spiaggia della dimenticanza,
nella vertigine del sonno.
F.B.
SESTO
OCCIDENTE
Nel tramonto il rosso trascolora
nel rosato, nel violetto e infine
nel grigio “scialbato” caro a Montale.
F.B.
Sull’essenziale, in tutti i campi,
si fa silenzio. E’ indubbiamente una necessità
tacere sull’essenza: con estremo pudore
si rispetta la zona dell’ineffabile,
del “non detto”.
……si onora l’essenziale con il silenzio.
Jean Guitton
Capisco – da sempre – che a molto
deve rinunciare chi voglia conservare
l’essenziale.
U. Saba
L’Occidente con la sua maschera d’oro
e l’occhio cieco di Omero non vede
l’ombra di Ismaele a guardia dei minareti.
F.B.
Quando la solitudine della notte
è più gelida e nera, d’improvviso
un alito di vento e un raggio di luna
posano sul davanzale della finestra un angelo:
il suo nome è Speranza.
F.B.
L’ultimo Pinocchio, sempre incompleto,
alieno, nato in provetta
e non più sul banco di Geppetto,
si infila in una capsula spaziale
alla volta di un nuovo Paese dei Balocchi.
F.B.
SETTIMO
E FU SERA E FU MATTINA
Il passaggio della luce dall’alba alla notte:
parabola dell’esistenza
colta come un’entrata e un’uscita di scena.
F.B.
I registi possono avere molti nomi,
dominano la scena
e quando dicono “azione” …….ciak……. si gira!
F.B.
Pulcinella è all’uscita, Pierrot si appresta a seguirlo……..
sfocati pinocchi guardano indifferenti.
F.B.
Un’ironica, striminzita lampadina
illumina il silenzio del dietro le quinte.
F.B.
Gloria del disteso mezzogiorno
……..
e più e più si mostrano d’attorno
per troppa luce, le parvenze, falbe.
E. Montale
……..
Ci muoviamo in un pulviscolo
madreperlaceo che vibra,
in un barbaglio che invischia
gli occhi e un poco ci sfibra.
E. Montale
Sfuma il turchino in un azzurro tutto stelle.
………
Guardo e ascolto……..in questo è tutta la mia forza:
guardare e ascoltare.
U. Saba
Sale un’ora d’attesa in cielo, vacua
dal mare che s’ingrigia.
Un albero di nuvole sull’acqua
cresce, poi crolla come di cinigia.
E. Montale
La notte rigurgitava di presenze
occulte, bisbigli, sussurri, suoni
che nel silenzio recondito rivelavano
una vita dirompente.
J. Zanetti
DOPO L’EVENTO
il tutto
CONCLUSO
diviene
UNA VOLTA
I RESTI IN OMBRA
a testimoniare
L’ASSENZA
La sensazione solo un
RIFLESSO
assorbita
ALTROVE
SETTE I TERMINI
del
PERCORSO COMPIUTO
per
INSEGUIRE IL VENTO
F.B.
Un vento del quadrante d’Oriente
racconta del gioco di Maya-cakti
che suscita illusioni dalla spuma
dei sogni e le riversa una ad una
come PERLE DI VETRO nella corolla della notte……..
F.B.
Svelata l’identità dell’artista
rimane quella della persona.
Le maschere sono uguali?
Sì, sono uguali!
F.B.